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L’evoluzione del cloud computing dagli anni ’60 fino a oggi

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L’avvento della tecnologia cloud ha rappresentato una convergenza significativa di tutti gli sforzi compiuti in termini di progresso digitale: ogni utente oggi si interfaccia quotidianamente con servizi ospitati nel cloud. In questo articolo ripercorriamo la storia del cloud per comprendere, non solo da dove provengono i servizi oggi utilizzati in tutto il mondo, ma anche quale sarà il loro futuro e la loro naturale evoluzione.

Indice dei contenuti

Dal concetto di Utility computing di  McCarthy a quello di rete intergalattica di Joseph Licklider, vediamo insieme le tappe principali della storia del cloud.

Cosa significa cloud?

Il termine cloud indica una rete di server che si trovano in Data Center sparsi per il mondo al quale è possibile accedere tramite internet. I Data Center permettono di usufruire di risorse, strumenti e servizi direttamente online.  Il cloud, quindi, non può essere definito un’entità fisica, piuttosto si tratta di un’ampia rete di server remoti e connessi tra di loro e progettati per lavorare come un unico ecosistema. 

Il cloud, e la sua definizione, si basano su 3 concetti: 

  • la fornitura di servizi di archiviazione ed elaborazione
  • grazie alla virtualizzazione, la condivisione della stessa risorsa informatica da parte di più persone
  • l’accessibilità ai dati per mezzo della rete informatica


Nel cloud computing,
ogni server è connesso all’altro, creando così una rete globale di servizi accessibili da qualsiasi dispositivo connesso alla rete. 

Il cloud viene rappresentato con una nuvola proprio perché i dati sono sparsi in diversi data center, come se vivessero in una nuvola virtuale. 

Ogni server ha una funzione specifica che riguarda:

  • L’archiviazione e la gestione dei dati
  • L’esecuzione di applicazioni
  • L’elaborazione di calcoli
  • La fornitura di contenuti


Per avere un’idea più chiara basta pensare ai servizi in streaming, ai software generati per la produttività sul lavoro o anche ai social media. Grazie al cloud è possibile accedere dal proprio dispositivo per avere tutte le informazioni di cui si ha bisogno ogni volta che si vuole. In questo senso la
distribuzione delle risorse in cloud rende più efficienti i sistemi aziendali. 

Come nasce l’idea e chi ha inventato il cloud?

A gettare le fondamenta del cloud negli anni ’60 è stato il professor John McCarthy: lo scienziato informatico, conosciuto anche per aver coniato il termine Intelligenza Artificiale. In un celebre discorso tenuto al MIT, il Massachusetts Institute of Technology, John McCarthy ha introdotto l’idea di Time Sharing, ossia di un computer in grado di supportare la presenza simultanea di più utenti, il fondamento della virtualizzazione di cui oggi usufruiamo. Sempre nel 1961 è stato McCarthy a introdurre il concetto di Utility computing, un modello di fornitura di servizi on demand per i clienti con tariffe a consumo, un po’ come l’energia elettrica.

Il cloud computing che conosciamo oggi nasce, non solo dalle idee di John McCarthy, ma anche da  quelle di JCR Lickelider, il primo a parlare di “rete intergalattica di computer”.

La “rete intergalattica di computer” di Lickelider 

In molti,infatti, fanno risalire la nascita del cloud computing proprio a Joseph Licklider che, nel 1969, lavorava allo sviluppo del famoso ARPANET, (Advanced Research Projects Agency Network) una rete commissionata dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti per  scopi militari. Questa rete consentiva uno scambio di informazioni veloce, sicuro ed efficiente: in pratica era il network progenitore di internet. 

Nella visione di Lickider, che sembra provenire da un romanzo di fantascienza per il periodo in cui è stata esposta, tutto il mondo poteva essere interconnesso e poteva accedere ai programmi da qualsiasi luogo e in qualsiasi momento. Nasce così il grid computing, il primo vero antenato del cloud. Il lavoro di Licklider, come quello di McCarthy, è stato indispensabile per dare una svolta a quelle che erano le condizioni dell’informatica all’epoca. 

Queste idee, insieme ai progetti come MAC, Multiple Access Computing, del 1965 e il sistema operativo time sharing CP-40/CMS messo a punto da IBM nel 1967, hanno fatto sì che il mondo si aprisse all’idea di un sistema informatico utilizzato da più persone contemporaneamente. Ci troviamo nella fase embrionale del cloud. 

Gli sviluppi del cloud computing: la virtual machine di IBM 

La ricerca vera e propria sulla virtualizzazione, sui sistemi operativi, su storage e networking è iniziata nel decennio successivo agli anni ’60. 

Le macchine virtuali di IBM negli anni ’70 CP-40/CMS non erano altro che software in grado di eseguire sistemi operativi e applicazioni.  

 In pratica ogni macchina virtuale possiede dei dispositivi che forniscono le stesse funzionalità dell’hardware fisico e offrono vantaggi in termini di portabilità, gestione e sicurezza. La prima VM lanciata da IBM ha permesso agli utenti di accedere a un hardware gestito esternamente: questa si può definire la svolta decisiva per il cloud computing.

Gli anni ‘70 e ‘80 sono quelli della svolta. Nel 1976 il funzionamento dei progressi del networking fu mostrato alla regina Elisabetta II inviando un’e-mail. I computer alla Casa Bianca vennero installati un paio di anni dopo e negli anni ’80 erano già disponibili nastri di archiviazione in grado di memorizzare fino a 200 megabyte di dati: a quel punto circa 100 mila computer erano connessi a Internet. 

Gli anni ’90 nella storia del cloud computing

Le tecnologie fondamentali per il funzionamento del cloud hanno raggiunto un livello di maturità negli anni ’90, semplificate dal lancio del World Wide Web del 1991. 

Questo è un decennio rivoluzionario per la tecnologia: nascono i primi e-commerce, vengono implementati modelli client-server e i siti web sviluppano il front-end per gli utenti e il back-end per i tecnici. 

Negli anni ‘90, infatti, precisamente nel 1996 troviamo la prima menzione ufficiale di cloud computing all’interno di un documento scritto da dirigenti tecnologici di Compaq. Prima dell’effettivo utilizzo del termine cloud, a diventare popolare era stato il termine grid computing. 

Nel momento in cui i personal computer sono diventati sempre più accessibili e tutti potevano finalmente connettersi, Salesforce è stata la prima azienda globale a offrire applicazioni in rete in modalità cloud lanciando il Software as a Service alle imprese.  

La nascita ufficiale del cloud computing: dal 2000 ad oggi

La nascita ufficiale del cloud computing coincide con la creazione del primo cloud moderno realizzato da Amazon Web Services nel 2002. A seguire anche Google ha introdotto la sua Google Cloud Platform rendendo il cloud computing di dominio pubblico. 

Con il tempo la tecnologia cloud è diventata sempre più disponibile e ha dato vita ai primi cloud privati.   Dai cloud di prima generazione si è passati a quelli di seconda generazione, che presentano un arricchimento dei servizi forniti, una maggiore concorrenza e un’ampia scelta di fornitori. Oggi il concetto di cloud si è evoluto anche dal punto di vista commerciale e al modello di tariffazione al consumo è stato aggiunto anche quello a spot per le risorse. 

Cloud computing: una storia in divenire

Con l’avvento dell’Internet of things (IoT) il traffico rete è più cospicuo e in nessun campo sono ammesse latenze di comunicazione.

È questa la ragione per cui stanno prendendo sempre più spazio tutte quelle tecnologie che utilizzano un sistema distribuito, ad esempio la blockchain: tecnologie di nuova generazione in termini di efficienza e funzionalità. 

Non conosciamo ancora gli sviluppi del cloud, quello che sappiamo è che questa tecnologia ha cambiato profondamente tantissimi settori. Ha permesso alle aziende di lavorare in modo flessibile, efficiente e sicuro e ora anche le Amministrazioni stanno entrando nell’ecosistema cloud. 

Non ci resta che guardare con fiducia al futuro, per il quale Polo Strategico Nazionale con il lavoro congiunto con Sogei, sta preparando la PA anche con percorsi formativi specialistici per permettere una transizione al cloud consapevole.